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Osservatorio Stalking
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Cambiare il mondo è possibile
A chi non fosse chiara la filosofia dell’associazione, il messaggio è rinforzato dal logo che ritrae una Giovanna d’Arco in sella ad un cavallo, entrambi corazzati, nell’intento di sferrare l’ennesimo assalto.
Presidente, assalto a chi o a cosa? Assalto a niente e a nessuno. La corazza sta a indicare la forza d’animo, come risorsa vitale. Essa, ci consente di superare le delusioni, le sconfitte, lo stress, il vuoto creato dal venir meno di un genitore. Spesso anche il cercare ruoli importanti di “riempimento” l’arte, per esempio, la spinta verso nuove relazioni. Il cavallo è nell’immaginario collettivo, la libertà: la sua corsa affascina per la sua misteriosa alchimia di armonia e di potenza fisica che induce il cavaliere a sentirsi in simbiosi col magnifico animale.
In una terra come la nostra, dove con difficoltà radica l’associazionismo, quali sono i limiti e quali i vantaggi nel guidare un’associazione tutta al femminile? Non ci sono limiti. I vantaggi sono tanti nel guidare una associazione al femminile perché la nostra è lontana dall’idea del femminismo degli anni settanta. Ci rappresentano le nostre caratteristiche: intelligenza, capacità di ascolto, comprensione, pazienza, dolcezza, amorevolezza, capacità empatica, uno stile di donna difficilmente confondibile. La radicata difficoltà all’associazionismo, che persiste sul nostro territorio, fa si che la nostra associazione sia in continua crescita, non fosse altro perché possiamo ritrovarci ogni qual volta ne sentiamo il bisogno. Siamo un gruppo che ha scelto di offrire le proprie conoscenze e la propria esperienza professionale di vita ad altre donne in difficoltà, senza diritti, pareri, desideri, pensieri ed emozioni. Cerchiamo con loro di costruire un domani diverso, il loro futuro. Le nostre iniziative servono anche ad accrescere la partecipazione femminile nella vita pubblica.
Non ritiene fuori dal tempo e dalla storia contemporanea una associazione tutta al femminile? Nostalgia degli anno 70’ o di certi collettivi femminili?
No. Non ritengo di essere con l’associazione fuori dal tempo in cui vivo. Si parla tanto di evoluzione, cambiamento e noi cerchiamo di rendere questo cambiamento possibile. Nessuna nostalgia degli anni settanta, anche se, ribadirei che la storia delle conquiste femminili, in Italia, non ha mai conosciuto momento migliore. Sono di quegli anni la conquista del diritto al divorzio, del diritto di parità, di uguale trattamento nel lavoro alla stesso modo degli uomini. Nonostante i passi compiuti verso l’emancipazione, permane un grosso problema sociale, permane ancora il problema delle donne ed il loro ruolo nella società. Tuttora, esistono differenze tra i sessi e nonostante le donne siano in tutti i settori del paese, ancora bassa è la loro percentuale rispetto agli uomini.
Da qualche decennio si discute sul ruolo delle donne nei settori vitali del nostro paese, ed ancora la cronaca racconta storie di donne svantaggiate. A suo parere una società civile ed evoluta, in continua trasformazione, quali iniziative dovrebbe far proprie per far crescere l’uguaglianza vera tra i sessi?
Io credo, che la vita sia un banco di prova per le nostre molteplici capacità manageriali, nell’ambito familiare, nel lavoro. Quando meno te lo aspetti, vieni messa in gioco e devi valutare la scelta da compiere per non restare ancorata ad uno stile di vita che vede le donne relegate a scelte non di sostanza. Non credo che servano nuove iniziative per far maturale l’uguaglianza tra i sessi.
Nella contemporaneità del nostro tempo, trova un luogo comune e superato la “festa delle donne”? No. La festa delle donne non la trovo affatto superata, la trovo piuttosto rivoluzionata, confusa, alterando il messaggio per cui viene festeggiata. Col passare del tempo questa data a assunto un significato estremamente forte, dovrebbe ancora ricordare i sacrifici, le difficoltà, gli abusi che le donne hanno subito nel corso dei secoli. Dovrebbe ancora ricordare le lotte intraprese per riuscire ad affermare principi quali dignità, libertà ed emancipazione. L’8 marzo serve anche a questo, ma senza dimenticare il tributo di sangue versato. Cosa vorrebbe festeggiare, ogni giorno, la Presidente di un’associazione tutta al femminile? Credo che l’evento giornaliero da festeggiare è la continua crescita di questa associazione, ritrovarsi con un numero sempre più elevato di donne, sempre più uniti e solidali nel condividere vedute comuni. D’altronde, un’associazione è sempre il segno, la convinzione e la determinazione che come lei scrive nella presentazione di questo diario che cambiare il mondo è possibile. |